venerdì 4 febbraio 2011

1939- Natale. Nonno a Macerata, nonna a Roma

Mia piccola bambina,


particolarmente care, e puoi immaginarlo, mi giungono le tue che aspetto sempre con ansia. E le leggo, le rileggo, mentre tu mi appari sempre più vicina, sempre più cara, sempre più bella.

Ieri ho avuto anche il tuo telegramma, e te ne ringrazio. Come ti avevo promesso avrei voluto darti gli auguri a voce, sennonché erano le 11 di sera e non avevo ancora ottenuto la comunicazione con Roma. Non ho potuto telefonare neppure a casa per darteli a voce, non ve li ho fatti neppure per iscritto.

Voglio sperare che non mi serbiate rancore. Come hai passato il natale tesoro?

Io non è neppure il caso che te lo racconti. Te lo puoi immaginare. Questa data che noi tanto aspettavamo per poter realizzare il nostro sogno, ci ha tradito in pieno,allontanandoci ancora da quel giorno che potremo finalmente essere uniti. Ma lasciamo stare queste lamentele, se vogliamo che il morale stia sempre in alto.

Perché piccola mia dalle tue lettere traspare sempre un senso di accorata malinconia, di tristezza infinita?

Questo mi addolora, non voglio che tu stia in pena per me, ne che trascuri te stessa perché forzatamente ti ho dovuto lasciare. Ma non lo sai che io sono sempre vicino alla mia cara mogliettina? Non lo sai che potrei essere anche sulla luna ed esserti sempre più vicino?

Non mi senti? Io ti porto sempre con me amore, nel cuore, nel cervello, sulla bocca.

Stai tranquilla e non ti amareggiare per me. Io sto bene. Non mi manca nulla. (neppure i francobolli) e non voglio che tu faccia delle privazioni per me. Una cosa sola mi manca e questa sei tu.

Con uno spasimo atroce desidero la tua bocca, i tuoi capelli, il tuo amore, tutte le tue carezze. Questo vorrei amore, vorrei che tu mi fossi vicina, per poterti ancora dire quanto grande sia questo amore per te, per potere ancora leggere nello smagliante sorriso dei tuoi occhi, il bene che mi vuoi. Ecco cosa mi manca Ester. Me la puoi mandare per lettera? Fosse vero!

Per la mia salute non ti dare pensiero. Da quando sono qui non ho più avuto un dolore di testa, né un raffreddore. E pensa che mi trovo in condizioni di comprarmi un paio di scarpe, per poter dare tempo a quelle che ho addosso di asciugarsi. Credo che le suole siano diventate alte più del doppio, e se in Africa avessi potuto avere tutta l’acqua che in questo momento contengono le mie scarpe, non avrei mai sofferto la sete. E con tutto questo non mi sono buscato neppure uno straccio di raffreddore, ne preso la tosse.

Il freddo è gagliardo, ma in compenso mette addosso tanta di quella fame, che riesco a divorare con appetito anche due sfilatini a pasto. Va bene così?

La (?) si porta bene. È già arrivata al ginocchio e (?) ancora. Spero di vederla alta ancora di più, senza aver nessun danno.

È come ultima novità mi sto facendo crescere il pizzo. Dillo pure a Gino che ha trovato ormai un concorrente. Saluto tutti e ringrazio per gli auguri. A capodanno non mancherò se mi sarà possibile, e se avrò almeno 10 ore disponibili, venirveli a fare a voce.

Pensami sempre tesoro mio e amami come ti amo.

Linetto tuo.



Altra novità: col pizzetto fumo il sigaro.

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