sabato 28 maggio 2011

1942- Non bisogna mai sottovalutarsi, ma imporsi, pretendere, comandare

19-7-42




Alla mia sempre più adorata bambina,

come va piccola? Quella tua indisposizione a che punto sta? Spero che la tua febbre ti sia completamente scomparsa, e che tu finalmente corra a gran passi verso la ristabilizzazione definitiva. Ho ricevuto ieri l’ultima tua, dove mi sembri un poco rinfrancata e sollevata. Meno male che sei riuscita a toglierti da quella testolina cara certe nebbie(?). dovresti fare ammenda per tutto ciò che mi hai detto con la precedente tua, dove con i tuoi dubbi mi avevi data una bella qualifica di farabutto. Se sapessi invece, piccola mia, come soffro lontano da te! Mi manchi tu e mi manca tutto.

Questo è per dimostrarti il contrario di quanto asserisci, che non hai fatto altro che ripetermi che non conti nulla. Tesoro mio se avessi potuto apprendere dalla vita! Non bisogna mai sottovalutarsi, ma imporsi, pretendere, comandare. Solo così, anche non rappresentando un bel nulla,si riesce a dominare e a farsi rispettare. Ad ogni modo tu per me vali quanto può valere l’idolo (?) per il più fanatico adorante pagano. Per me sei al di sopra di tutta la sfera umana, e come tale ti rispetto e ti adoro. Se gli altri non fanno così, la colpa è tutta tua che non vuoi farti conoscere anche a forza di calci in faccia. Ma d’ora in poi, se non li darai tu i calci, penserò io alla bisogna, perché esigo che tutti abbiano per te il massimo rispetto, la massima comprensione, la massima stima, e ti sappiano valutare per quello che effettivamente vali. Quindi non venirmi a dire sciocchezze. Hai dimostrato di saper fare ciò che le tue sorelle e le tue amiche non si sono mai sognate neppure lontanamente di fare. Vali molto più di loro in tutti i sensi ed è ora se non lo sanno, che tu glielo faccia sapere, perché la tua dignità di signora, di madre, di persona più grande e assennata, non può e non deve sopportare l’idiozia e la presunzione dettata dalla sciocca ignoranza e dalla incapacità che è regola generale della loro vuota ed insulsa vita quotidiana. Tu sei ancora un bocciolo che ha ritardato ad aprirsi. E io voglio che tu sbocci presto nel pieno rigoglio delle tue capacità, delle tue doti, delle tue esigenze, delle tue imposizioni, perché voglio che tutti sappiano a loro spese, quello che effettivamente vali. Stellina mia sei ancora un tesoro nascosto. Sei come una di quelle orchidee selvagge che finchè non si decidono di farsi portare alla luce, sciupano la loro radiosa bellezza, e il loro misterioso fascino, nella penombra e nell’umido malsano dei boschi. Sorgi, accostati al sole di questa vita, imponiti. Al tuo profumo ed al tuo fascino si dovranno piegare anche le cervici più orgogliose (?). ecco la fiducia e la stima che io ho in te, contrariamente a quanto credi.

Tu sei assillata continuamente dalla preoccupazione di sbagliare, di urtare il prossimo, senza pensare che non hai fatto altro che cose giuste, tutte le volte che timidamente ti sei messa a farle. Quindi forza piccola mia. Marcia decisa e sicura. Non hai nulla da temere. Imponi la tua personalità ti ho già scritto che zia non si ricorda più di ciò che mi ha detto. Noi marciamo in perfetto accordo anche perché è contenta di avermi con se, e perché come ti ho già scritto, mi sto rimettendo anche io. Ciò non dipende tanto dal mangiare, quanto dalla vita più ordinata e serena che sto facendo.

Lavoro molto più di prima, ma essendo libero dei miei movimenti ho disposto il tempo in modo da non sfruttarmi troppo, e di ricavarmi il maggior utile.

I debiti più assillanti son stati tolti. Perché tu lo sappia, sono in ottimi rapporti con Vergatini, dato che sono riuscito a sistemare l’affare che minacciava di andare in mano all’avvocato per colpa di Iole, senza peraltro contrarre altri debiti. Ho ritirato tutte le grosse cambiali, e le ho spezzettate in tante da 300 che pagherò una con lo stipendio e una con lo straordinario.

Lavoro indefessamente e cerco di risparmiare quanto più posso. Solo quando sono troppo impegnato mi lascio vincere dalla tentazione e mi do ai bagordi. Mi concedo il lusso di qualche sigaretta di più e di un bicchiere di birra quando ho sete. Se riuscissi a sapere che tu stai bene , starei più tranquillo e mi gioverebbe anche alla salute. In questo momento ricevo tua del 15 e non sono affatto contento di te, perché vedo che non hai acquistato interamente la tua calma e serenità di spirito. Ma si può sapere cosa hai?

Mi parli di deporre le armi! Proprio adesso! Non lo sai che se ci fermiamo siamo perduti? Camminare bisogna, e sempre a testa alta, fiduciosi nel domani. Non fare la (?). prima di scrivere a papà sulla nuova sistemazione nostra, vorrei che tu ci pensassi bene. Andando tu in ufficio, chi ci farebbe da mangiare? Puoi trovare lì una donna che ti tenga pupo in casa quando siamo fuori? Tu sai quali sono gli incarichi che gli dovremmo dare. Domani, se questa notte riuscirò a pensare qualche cosa, ti esporrò i miei piani. E ti racconterò anche il sogno che ho fatto, dal quale mi ha risvegliato zia, perché piangevo come una vite tagliata. Tutta causa tua.

E ora ti vorrei pregare di una cosa importante, se tu lo credi opportuno fare. Non so quando ancora potrò avere altri soldi. Cosa ne diresti di scrivere a Carmelo dicendogli delle spese che abbiamo dovute sostenere, e del come essendo ricorsi a Bruno, non possiamo pagarlo per il momento? Se potesse provvedere direttamente lui, ci toglierebbe questo fastidio, e noi potremmo restituirglielo con un poco più di respiro a un tanto al mese. Spiegagli la situazione e digli che caso mai faccia lui direttamente un assegno a Bruno a nome mio o tuo, così gli dai anche l’impressione che i soldi ci servono proprio per quello. Rispondi subito se decidi, tieni presente che Carmelo alla fine del mese riparte forse.

Ed ora basta. Domani altre notizie ed altre lettere. Non ti puoi lamentare no? Scrivimi presto e dammi notizie tranquillizzanti, ma sincere.

Assieme a pupo ti bacia tanto tanto tuo

linetto

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