venerdì 22 agosto 2014

7 febbraio - 24 marzo: quei 45 giorni (la cronologia di ciò che accadde nei 45 giorni intercorsi fra l'arresto di Raffaele Zicconi e la strage delle Fosse Ardeatine) Fonte Aldo Pavia

9 marzo - 25 marzo 1944

9 marzo

La gappista Carla Capponi fa saltare in aria una autocisterna tedesca nei pressi del Colosseo. Mandando in fiamme 20.000 chili di benzina. 

Nella zona di Palestrina, le SS riescono a localizzare il gruppo dei partigiani russi. Organizzano quindi un rastrellamento e i partigiani, italiani e russi, si accorgono con ritardo della presenza tedesca. Riescono tuttavia a liberarsi dalla morsa, al prezzo della morte di tre sovietici.

Una squadra Matteotti elimina una spia nelle grotte di Porta Furba.

Sulla Tiburtina in uno scontro a fuoco con tedeschi e fascisti, resta ferito Giuseppe Meli.

Alla Magliana salta in aria un camion tedesco.

10 marzo

In via Tomacelli, un GAP, 11 partigiani tra cui Lucia Ottobrini, Franco Ferri, Mario Formentini, Rosario Bentivegna, Raoul Falcioni
191 vanno all’assalto di un corteo fascista dei Gruppi d’Onore e Combattimento e della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana). Si registrano feriti e i fascisti mettono una taglia di 500.000 lire sugli attentatori. I tedeschi,comunque, proibiscono ai fascisti di organizzare cortei.

In via Carlo Alberto attacco ad un autocarro tedesco. 

Una autocolonna nazista viene attaccata a piazza Re di Roma.

Una SS uccisa sul tram a piazza Verdi.

Bombardata la zona di piazza Bologna.

11 marzo

Tagliati i cavi telefonici sulla via Tuscolana, per opera della squadra Matteotti di Aristodemo Piconi.


12 marzo

Al ponte sull’Aniene, sulla Salaria, i partigiani distruggono un autocarro tedesco carico di materiale bellico.

In piazza San Pietro, molti più di centomila romani invitano il papa ad intervenire, richiamando i nazisti al rispetto degli accordi a suo tempo sottoscritti. Evitando così i pesanti bombardamenti alleati. Il Papa condanna la guerra aerea ma non altrettanto la presenza militare tedesca nella città. Poiché inneggiava alla libertà e alla Resistenza, viene arrestato don Pecoraro.

L’avvocato Mastino Del Rio, comandante partigiano e esponente della Democrazia Cristiana viene rinchiuso nel Terzo braccio di Regina Coeli, dove sarà più volte torturato.

Vengono arrestati Ilario Zambelli
192 del FMC e Alberto Marchesi193.

13 marzo

Manifestini del Centro Militare Cittadino vengono distribuiti in Piazza San Pietro, durante l’omelia del Pontefice.

Viene scoperto dalla Gestapo il gruppo che fa capo al Fronte Militare Clandestino, comandato da Fabrizio Vassalli
194 che viene arrestato. Con lui la moglie Amelia Vitucci, Giordano Bruno Ferrari195, Salvatore Grasso, Corrado e Jolanda Vinci, Pietro Bergamini, Bice Bertini. Vassalli, Bergamini, Grasso, Vinci e Ferrari saranno fucilati a Forte Bravetta.

Arrestato Giuseppe Lo Presti, comandante della IVa Zona del PSI (Appio, Celio, Esquilino).
196 

14 marzo

A conoscenza che un ufficiale italiano al servizio delle SS, responsabile della cattura di diversi partigiani, stava per lasciare Roma, un GAP aveva avuto l’incarico di eliminarlo. Segnalati alle SS da un’ altra spia italiana, vengono arrestati, nelle vicinanze di Piazza Fiume, Valerio Fiorentini, Carlo Camisotti, Lucio Sbrolli e Paolo Angelici. Portati a via Tasso, Fiorentini, Angelici e Camisotti verranno assassinati alle Ardeatine. 

In via dell’Acqua Bullicante le SS irrompono nel laboratorio del Comandante dei GAP dell’VIII Zona garibaldina, Pilade Forcella. Non trovandolo e non trovando neppure armi, arrestano i garibaldini Orazio Corsi, Mario Passarella, Alessandro Portieri, Egidio Checchi, Mario Corsi e Renato Cantalamessa. Verranno assassinati alle Ardeatine, ad esclusione di Mario Corsi. 

Il Comando di Zona dei GAP decide che Luigi Forcella, il Commissario Politico Nino Franchellucci e altri 21 partigiani ormai identificati dai nazifascisti lascino la città e si rechino a Poggio Mirteto, in Sabina, entrando a far parte della “Brigata autonoma Stalin”.

800 morti e 2.000 feriti per un bombardamento alleato su Prenestino, Nomentano, Tiburtino, Tuscolano.

Viene arrestato Michele Bolgia
197, un ferroviere socialista,che alla stazione Tiburtina apriva i vagoni piombati con ebrei e altri prigionieri per permettere loro la fuga. Imprigionato a via Tasso, verrà assassinato alle Ardeatine con altri 5 ferrovieri.

15 marzo

Viene arrestato un gruppo di 14 partigiani socialisti all’Alberone, che si era riunito nel retrobottega di un bar. Tra loro Gastone De Nicolò, portato a via Tasso e poi, con i suoi compagni, nel Terzo braccio nazista di Regina Coeli. Dopo aver fatto credere che sarebbero stati inviati al lavoro sul fronte di Anzio, l’intero gruppo verrà assassinato alle Ardeatine. Arrestati anche i fratelli Ugo e Umberto Urbani.
198

17 marzo

Il tenente della polizia fascista Maurizio Giglio
199, in realtà agente dell’OSS (nome in codice Cervo), che trasmetteva da una radio posta in un barcone sul Tevere, cade nelle mani di Pietro Koch che lo cattura presso il ponte Risorgimento. Seppur torturato atrocemente non rivela alcunché. Assassinato alle Ardeatine.

Viene diffuso un volantino dell’U.S.I. in cui si rivendica la severa punizione inflitta, dagli stessi studenti dell’organizzazione, al preside fascista dell’Istituto Magistrale Vittorio Colonna, che aveva offeso la memoria di un patriota fucilato davanti alla sua figlia. 

18 marzo

Automezzi nemici colpiti in piazza del Popolo. 

Bombardamento su Appio Latino e Tiburtino.

Ufficiali e collaboratori del FMC vengono arrestati. Tra loro Manfredi Azzarita
200, Giovanni Vercilio, Renato Villoresi201, Francesco Pepicelli202, Umberto Lusana203, Gerardo Sergi204, tutti assassinati alle Ardeatine.

Viene arrestato l’ebreo Odoardo Della Torre, militante socialista.
205

19 marzo

La banda Koch arresta il partigiano comunista Enrico Ferola, il fabbro che aveva forgiato il maggior numero di chiodi a quattro punte, nella sua officina di via della Pelliccia. Utilizzando tondino di ferro recuperato in edifici bombardati. Portato alla pensione Jaccarino e torturato, non rivela a chi fosse destinato il mezzo quintale di chiodi che gli avevano trovato. Assassinato alle Ardeatine.

Per ordine del comando tedesco viene completamente evacuata Cisterna. La popolazione viene dapprima condotta a Velletri e poi nei campi di raccolta della Breda sulla via Casilina, di Santa Croce in Gerusalemme e di Cesano.

20 marzo

Una pattuglia fascista viene disarmata sulla via Appia. Una bomba lanciata contro un sidecar uccide i tre tedeschi dell’equipaggio.

21 marzo

In via Ipponio vengono arrestati Franco Bucciano e Armando Ottaviano, di Bandiera Rossa. Saranno assassinati alle Ardeatine.

Vengono catturati 7 componenti della famiglia Di Consiglio, ebrei. Verranno tutti assassinati alle Ardeatine.

22 marzo

Il Tribunale militare tedesco condanna a morte il professor Gioacchino Gesmundo, comunista. Medesima condanna per Manlio Bordoni e Carlo Lucchetti di Bandiera Rossa. Verranno tutti assassinati alle Ardeatine.

Arrestato l’operaio dei Mercari generali, Giuseppe Cinelli del PCI “Brigate Garibaldi”. Assassinato alle Ardeatine.

23 marzo

Nel giorno dell’anniversario della fondazione dei fasci di combattimento, i GAP attaccano una compagnia del III battaglione dell’SS Polizei Regiment Bozen
206, composto da volontari SS, in via Rasella207. All’operazione militare prendono parte Rosario Bentivegna, Carla Capponi, Carlo Salinari, Franco Calamandrei, Pasquale Balsamo208, Marisa Musu, Fernando Vitagliano, Raoul Falcioni, Franco Ferri209, Francesco Curelli, Silvio Serra210, Guglielmo Blasi.211 33 Le vittime tedesche. Le retroguardie del Bozen incrociano due partigiani di Bandiera Rossa, Antonio Chiaretti e Enrico Pascucci che nello scontro a fuoco vengono uccisi.212Nei pressi di via Rasella vengono arrestati: Ferruccio Caputo, Cosimo D’Amico, Celestino Frasca, Romolo Gigliozzi213, Fulvio Mastrangeli, Angelo e Umberto Pignotti, Antonio Prosperi, Ettore Ronconi214, Guido Volponi. Il giorno dopo saranno tutti assassinati alle Ardeatine. 

24 marzo

Strage delle Ardeatine, cave a due chilometri da Porta San Sebastiano. In circa 5 ore, nel pomeriggio, vengono assassinati con un colpo di pistola alla nuca 335 italiani, di cui 75 ebrei
215. 285 nominativi erano presenti in una lista di Kappler, 50 in una fornita dal questore Caruso a da Pietro Koch.

I direttori dei giornali romani ricevono direttive precise su come si dovesse riferire quanto accaduto a via Rasella. Nessun comunicato, radio o con manifesti, venne rivolto ai romani affinchè i responsabili dell’azione militare si consegnassero ai tedeschi. Smentendo quanto affermato a posteriori circa fantomatici manifesti, lo stesso generale Kesselring, durante il processo a Roma nel 1946, alla domanda rivoltagli in merito all’opportunità di rivolgersi alla popolazione romana, rispose: “Ora, in tempi più tranquilli, dopo due anni passati, devo dire che l’idea sarebbe stata buona”. Ma: “No. Non lo feci”.
216


25 marzo

Il Comando tedesco, con un comunicato, porta a conoscenza dei romani che a seguito dell’attentato partigiano a Via Rasella: “Il Comando tedesco perciò ha ordinato per ogni tedesco ammazzato dieci comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest’ ordine è già stato eseguito”.

1 commento:

  1. La Resistenza ha avuto i suoi martiri e non tutti e tutte sono stati ricordati. Gli antifascisti e antinazisti erano di piu' . Donne ed uomini. Le persone torturate, i poeti e le poetesse rimasti anonimi o vessati per equivoci tuttaltro. Purtroppo per l' Italia il fascismo non fini',si trasformo' , camaleontico , astuto e perfido. E ce lo ritroviamo nel tessuto partitocratico ( e non solo..) di oggi. Un oggi drammatico . La UE dimentica troppo facilmente le promesse ai ceti sociali economicamente non abbienti, il parlamento italiano non onora veramente la Costituzione. Un neo fascismo, di tipo classista e post post bellico ,entro' a far parte della repubblica. Il Popolo italuano venne ( ed e'..) ancora una volta ingannato. Democrazia cristiana ed altri partiti ci hanno condotti a questo stato di cose che la ragionevolezza abiura. Perche' il fascismo fu così d e' una mentalita' ( che io non condivito) e una pratica esecrabile . Ci ritroviamo con l " democratco" vippismo ( da : vip,) ovvero i classisti ai vertici , i loro emuli si accaparrono gli spazi vitali,servono i padroni ,come gia' facevano i fascisti e le fasciste di vecchia e triste memoria. In un trasformismo becero di sistema da uomo sull' uomo e da carnefici sulle vittime. Non credere piu' nei partiti politici,e ai mass m dia ,in generis, puo' apparire scontato. Onorare la memoria dei partigiani e delle partigiane e degli altri e le altre che fecero la loro parte di Resistenza e' doveroso.

    RispondiElimina

CONDIVIDI