martedì 11 gennaio 2011

1939- Primavera

Linetto caro,


vorrei dirti tante cose ma questa sera proprio non riesco, peggio del solito perché ho tanto male alla testa. Tuttavia dato che a te fa tanto piacere, scrivo ciò che posso. Sai bene quanto sia grande il mio amore per te, vorrei fartelo capire in mille modi, ma non ci riesco proprio a quanto pare. Molte volte temo che il mio affetto debba proprio annoiarti. Riconosco di essere alcune volte egoista e temo che questo egoismo finirà per annoiarti, e non riuscirò ad altro che ad allontanarti da me. Oggi ne ho avuta già una prova. Il fatto che tu abbia preferito farti una partita a scacchi piuttosto che venire da me è stata una cosa molto chiara e lampante. Anche i miei si sono un po’ meravigliati non vedendoti e più che altro mi ha fatto un po’ male lo sguardo pieno di dubbi che mi ha rivolto papà arrivando a casa e non trovandoti. Hanno sempre la paura che debba succedermi come la prima volta. Ma papà non sa che prima di fargli passare nuovamente “quella giornata” io agirei in un modo completamente differente dalla prima volta. Questo te lo dico non per impaurire te, ne per farti una minaccia, ma perché sento che farei così e che non mi resterebbe altra via di scampo. Ma vedo che ora sto un po’ esagerando e questa volta forse do davvero peso ad ombre che non esistono. In ogni modo ti prego Linetto di tenerti bene in mente ciò che ho detto in quella famosa lettera e di essere tanto gentile di avvertirmi prima. Scusa se ti continuo a parlare in questo modo ma ho un presentimento tanto brutto in me che mi fa aver paura anche delle ombre. Siamo in primavera, ecco la ragione di tutto questo malumore, e siccome quasi sempre la primavera è stata per me fatale ecco anche la ragione della mia paura. Ti amo tanto Linetto e per me puoi stare più che tranquillo.

Ora ti auguro la buona notte con la speranza di vederti domattina in ufficio.

Ti bacio tanto tanto



Ester tua.

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