Priebke, il testamento choc: “non mi pento di niente”
Settant’anni dopo nega ancora l’esistenza delle Camere a gas e rilancia gli stereotipi antisemiti
Erich Priebke, il “boia delle Fosse Ardeatine”, morto oggi a Roma all’età di 100 anni, ha lasciato un testamento “umano e politico”. Lo ha diffuso il suo avvocato, Paolo Giachini, che ne aveva anticipato l’esistenza alla stampa, assieme a quella di un video.
La lettera, pubblicata qui sotto, mostra il cinismo di un uomo che a decenni di distanza dall’eccidio delle Fosse Ardeatine non rinnega alcunché del suo passato. Priebke fu condannato nel 1998 all’ergastolo, dopo 50 di latitanza in Argentina, per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione di una strage in cui furono uccisi 335 civili.
Nella lettera-testamento Priebke nega l’esistenza delle camere a gas nei lager nazisti, ritiene “normale” in anni di guerra rinchiudere popolazioni civili in campo di concentramento, definisce “incredibile” e “disgustoso” il processo di Norimberga e rimarca le accuse di usura e arricchimento a spese dei tedeschi di cui furono oggetto gli ebrei durante il Terzo Reich.
Un documento che decidiamo di pubblicare a testimonianza di come 70 anni dopo il demone dei totalitarismi e del razzismo antisemita non sia estirpato e vada ancora combattuto con forza.
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